Il saggio, a cura di Lidia Pupilli, si divide in otto capitoli in cui si presentano biografie di uomini che a cavallo tra il XIX e il XX secolo sostennero la causa dell’emancipazione femminile. Gli interventi si basano prevalentemente sulla bibliografia esistente con qualche incursione archivistica. L’opera si apre con un’introduzione della curatrice, dove viene subito chiarito l’intento del volume: riportare di quegli uomini che hanno deciso di prendere le parti delle donne, illustrando le «modalità e i limiti» (p. 7) di tali scelte.
Il primo capitolo di Fiorenza Taricone, docente di storia delle dottrine politiche presso l’Università degli studi di Cassino e del Lazio Meridionale, si occupa di Salvatore Morelli (Carovigno, 1824 – Pozzuoli, 1880), intellettuale attraverso cui si «capisce meglio l’attività di organismi associativi emancipazionisti femminili» (p. 13). Morelli, trasferitosi a Napoli, si iscrive alla facoltà di giurisprudenza e frequenta diversi salotti letterari patriottici. Dal 1848 sconterà ben 13 anni di prigionia per aver partecipato ai moti. Nel 1867 viene eletto deputato tra le fila della Sinistra. Per quanto riguarda la condizione femminile si batte per l’abolizione della patria potestà, pari diritti e doveri nel matrimonio, il riconoscimento della prole extra-matrimoniale e il diritto di voto per le donne, avrà a cuore l’abolizione delle case chiuse e il divorzio, ma la sua causa principe sarà il tema dell’istruzione femminile, per la quale pure si batterà incessantemente. Di Morelli si rendono note anche le numerose conoscenze di femministe, in particolare di Anna Maria Mozzoni, con la quale condivide gran parte delle posizioni, almeno fino all’avvicinamento della Mozzoni al socialismo.
Luigi Majno e il suo impegno nelle battaglie dell’Unione Femminile è il titolo del saggio di Graziella Gaballo, collaboratrice con l’ISRAL di Alessandria e redattrice della rivista “Quaderno di storia contemporanea”. Luigi Majno (Gallarate, 1852 – Milano, 1915) è un avvocato molto importante nel panorama milanese di fine Ottocento che si preoccupa della condizione delle donne e delle classi popolari. Fondamentale è il matrimonio con Ersilia Bronzini Majno, femminista e fondatrice dell’Unione femminile nazionale, che sostiene sempre nelle lotte per l’emancipazione delle donne, la tutela della maternità e del lavoro femminile. Majno è inoltre eletto deputato tra le file del PSI dal 1900 al 1904, ruolo che sfrutta per portare in parlamento alcune delle istanze emancipazioniste, in particolare per sostenere l’ammissione delle donne all’esercizio dell’avvocatura.
Il terzo saggio di Emma Schiavon, collaboratrice del Cirsde dell’Università di Torino, studia la figura di Lorenzo Sacchetti (Montechiaro di Asti, 1872 – Milano, 1955). Renzo è il primogenito di una famiglia agiata che frequenta alcuni dei più importanti intellettuali del tempo, i quali lo introducono anche alle idee femministe. Entra nella commissione esecutiva della Lega per la tutela degli interessi femminili di Torino e l’anno successivo pubblica un articolo-saggio dal titolo Il femminismo ne’ suoi rapporti con la scienza e con la storia, nel quale delinea la propria idea di femminismo. La Grande Guerra cambia tutto: come redattore de “Il secolo” sposa la propaganda per cementare il fronte interno e si distacca sempre più dalle idee femministe. Dopo il secondo conflitto mondiale il suo allontanamento dal movimento femminista diventa totale, quasi fino a rinnegare le sue idee giovanili. Lo studio di Schiavon illustra come l’agitato contesto primo novecentesco influenzi profondamente gli intellettuali dell’epoca, non senza risvolti anche nelle politiche emancipazioniste.
È il quarto saggio ad essere redatto dalla curatrice, Lidia Pupilli, e direttrice scientifica dell’associazione di “Storia Contemporanea”. Pupilli tratta della figura di Roberto Mirabelli (Amantea, 1854 – Napoli, 1930), deputato parlamentare dal 1890. La sua posizione politica, che non trascura la questione meridionale, si fonda sulla rivendicazione del suffragio universale, considerato un diritto umano alla base del mazziniano principio di sovranità popolare, esteso anche alle donne. Si tratta di una rivendicazione che difenderà strenuamente da un parlamento ancora acerbo e che non abbandonerà nemmeno dopo la promulgazione della legge elettorale del 1912.
Rita Forlini, vicepresidente dell’associazione di “Storia Contemporanea”, si è occupata invece di Ettore Socci (Pisa, 1846 – Firenze, 1905), anch’egli deputato. Socci sconta diversi anni in carcere per via del suo contributo nelle battaglie garibaldine e per la sua attività di giornalista. Socci nel 1892 si candida in parlamento e sarà deputato per ben tre legislature, nelle quali numerosissimi sono i suoi interventi in difesa dei diritti delle donne, chiedendo in particolare l’ammissione delle donne all’avvocatura.
Tre padri per una legge di Marco Severini, docente di Storia dell’Italia contemporanea presso l’Università di Macerata e direttore delle riviste “Itineris”e “Centro e periferie”, prende le mosse dal varo della legge del 1919 che abolisce l’autorizzazione maritale e presenta tre uomini che furono fondamentali nel suo varo. Amedeo Sandrini (Sesto al Reghena, 1866 – Roma, 1936) già nel 1913 avanza coraggiose riforme nel diritto in favore delle donne e nel 1916 presenta una proposta di legge per l’abolizione maritale, ma il progetto viene accantonato. Grazie a Ettori Sacchi (Cremona, 1851 – Roma, 1924), avvocato e più volte ministro, da sempre sensibile alle istanze del movimento emancipazionista e in continuo contatto con le sue rappresentanti, l’iter legislativo riprende vigore, grazie anche al riconoscimento del grande ruolo che le donne ebbero nel fronte interno durante la Grande Guerra. Lodovico Mortara (Mantova, 1855 – Roma, 1937), liberale, sostiene la legge all’interno dell’apposita commissione senatoriale, rendendo noto che a suo parere il progetto inaugurava un vero regime di libertà. Il saggio si chiude con un accenno critico all’oblio storiografico in cui i tre sprofonderanno.
Uomini che amano le donne. John Stuart Mill, Thomas Hardy e la Men’s League for Women’s Suffrage è scritto da Silvia Boero, docente di italianistica, culture letterarie europee e linguistica presso l’Università degli studi di Bologna. Si interessa di cinema e scrittici dell’Otto-Novecento. Questo è l’unico scritto ad offrire uno sguardo al di fuori dell’Italia, in quanto traccia principalmente la biografia di Thomas Hardy (Upper Bockhampton, 1840 – Dorchester, 1928) e dell’influenza che su di lui ha avuto Mill, portandolo ad interessarsi alle problematiche del mondo femminile, attenzione che trova largo spazio nei suoi romanzi, di cui sono presentati diversi esempi.
A chiudere il volume è il saggio di Stefano Aloe, professore associato di letteratura russa e filologia slava presso l’Università di Verona. Si interessa del mondo letterario russo e dei suoi rapporti con l’Italia. Il contributo è dedicato ad Angelo De Gubernatis (Torino, 1840 – Roma, 1913), una figura poliedrica e complessa. De Gubernatis stringe rapporti con molti intellettuali esuli dalla Russia, tra cui si trova l’anarchico Michail Bakunin, grazie al quale conosce la cugina, sua futura moglie. In Sof’ja, Gubernatis scopre l’indipendenza delle colte nobili russe, verso le quali prova sentimenti di ammirazione. Non è un caso che gran parte della sua attività di pubblicista, in particolare presso “Rivista europea”, sia orientata al mondo russo e che si circondi di molte collaboratrici. Il femminismo di Gubernatis è ancora legato a concetti tradizionali ma è sinceramente convinto della parità dei diritti fra i sessi. Il femminismo in Italia è a suo parere ancora embrionale e le emancipazioniste italiane ancora impreparate, così come è categorico il giudizio di Gubernatis nei confronti del basso livello culturale delle riviste femminili italiane. Lasciata “Rivista europea” si allontanerà anche dalla lotta per l’emancipazionismo.
Il volume offre un’interessante analisi su un argomento forse ancora troppo poco preso in esame e a mio avviso riesce a dare un inquadramento generale, sollecitando la curiosità del lettore e stimolandolo ad approfondire l’argomento.
Michele Gamba