Tesi di laurea triennale in Storia, relatrice Prof.ssa Alice Blythe Raviola, Dipartimento di Studi Storici, Università degli Studi di Milano, a.a. 2022/2023.
Global History, storia culturale e storia di genere si intrecciano in questo studio dedicato al tema dell’incontro con l’Alterità, attraverso l’esperienza propria di inglesi e indiani americani al principio della loro convivenza nel Nuovo Mondo, nel corso del XVII secolo. L’indagine si muove attraverso due principali filoni: il primo è costituito dalle vicende generali pertinenti all’introduzione e stabilizzazione della presenza inglese su suolo americano e quindi ai rapporti con le genti locali, mentre il secondo consiste in un approfondimento circa una delle figure protagoniste di quegli eventi, la celebre “principessa” Pocahontas, nella sua duplice dimensione storica e mitica.
Nel condurre la ricerca è stato riservato un doveroso spazio alla descrizione e all’analisi degli aspetti più rilevanti degli avvenimenti, ma è soprattutto la prospettiva culturale, attenta alla percezione e all’immaginario, a costituire l’approccio peculiare. Essa si presta inoltre a raccordare quel passato, che fu condizionato concretamente dalle convinzioni fantasiose degli attori in causa, con i tempi successivi (compreso il nostro), i quali hanno persistito in una rappresentazione mistificante di quegli stessi eventi.
L’orientamento interpretativo, di lungo periodo, e alcune sfide inerenti allo studio di popoli privi di scrittura come quelli nativo-americani, ha indirizzato la scelta delle fonti su un repertorio variegato: documentazione edita coeva, prevalentemente resoconti di viaggio ed opere letterarie; bibliografia, non solo di ambito storiografico ma anche etnostoriografico; fonti visive di vario genere, come iconografia ma anche cinematografia e altre produzioni audiovisive ed una piccola ma interessante sezione di fonti musicali.
La trattazione degli argomenti è suddivisa in tre capitoli.
Il primo è dedicato al tema dell’espansione inglese nell’Atlantico e alla fondazione delle sue prime colonie in America (1480-1630): iniziative private che raccolsero al momento scarsi risultati e consensi e necessitarono del sostegno di un’intensa campagna propagandistica mediante la diffusione di un’odeporica spesso illusoria. Ad ispirare l’impresa due modelli: la Spagna, riferimento differente, e l’Irlanda che, oggetto di una colonizzazione “interna” nel corso del Cinquecento, fece da palestra all’avventura americana.
Il secondo capitolo si concentra sul contesto americano, con un’analisi delle popolazioni indigene e della loro complessa interazione con gli inglesi, che si rivela a tratti discostante dalla vulgata corrente, incline a descrivere gli indiani come ingenui ed indifesi, destinati a soccombere alla superiorità tecnologica degli europei. Segue la disamina della rappresentazione dell’Indiano americano nell’immaginario del Vecchio Continente, in quanto nella dinamica dei rapporti tra le parti fu determinante non solo l’esperienza reale dell’Altro, ma anche i pregiudizi e le aspettative reciproci e le incomprensioni culturali.
Infine il terzo capitolo affronta la multiforme figura di Pocahontas. La sua vita, condotta tra il popolo originario Powhatan e quello inglese d’adozione, è rappresentativa di quel fenomeno di transizione culturale che in molti, da ambo le parti, ma specialmente tra le fila dei coloni, si ritrovarono a sperimentare a contatto con uno stile di vita diverso dal proprio. Il suo ruolo attivo come intermediaria tra le due comunità, fondamentale per il successo della colonizzazione inglese, la resero oggetto di un processo di mitizzazione polimorfo e plurisecolare a scopo propagandistico, che la dipinse come esempio di Buona Selvaggia, come madre d’America o, in tempi più recenti, come vittima del colonialismo.
In conclusione, quello che si realizzò nell’incontro di questi differenti mondi fu la trasformazione profonda di entrambi: la comparsa di uno stimolo estraneo e inconsueto e il mutuo scambio provocarono la riconfigurazione di pratiche ed identità tradizionali in un’infinita gradazione di adattamenti ed ibridazioni, dando origine ad una realtà che conservava il ricordo del passato, ma era di fatto qualcosa di originale. E la metamorfosi non investì solo le società, ma anche la vita di singoli uomini e donne, indiani e inglesi che in quello scorcio di America di XVII secolo affrontarono la sfida dell’Altro rinnovando sé stessi.
Stefania Majocchi