Un viaggio nella sessualità degli italiani
Fiammetta Balestracci, La sessualità degli italiani. Politiche, consumi e culture dal 1945 ad oggi, Carocci, Roma, 2020.
Il saggio oggetto di recensione è La sessualità degli italiani. Politiche, consumi e culture dal 1945 ad oggi. L’autrice è Fiammetta Balestracci, Simone Veil Fellow presso la Ludwig-Maximilians-Universität di Monaco di Baviera, specialista in storia della Germania e in storia sociale-culturale dell’Europa nel XX secolo. Il testo, edito da Carocci alla fine del 2020, rappresenta un tassello significativo per l’avanzamento degli studi storici sulla sessualità italiana in epoca contemporanea. Nel nostro Paese, infatti, si registrano sia uno scarso interesse verso il tema della sessualità sia una vera e propria mancanza di simili approfondimenti per il periodo che segue la caduta del regime fascista. In linea di massima, la sessualità è una sfera della quotidianità individuale e pubblica che la contemporaneistica italiana ha poco approfondito: chi si è accostato ad essa in maniera esplicita ha analizzato lassi temporali che procedono dall’Unità d’Italia al Ventennio e ha messo dunque in risalto il ruolo delle politiche sessuali positiviste nella costruzione dell’identità nazionale. Tali studi, va ricordato, si sono sviluppati piuttosto recentemente dietro impulso di Michel Foucault, lo studioso francese che ha evidenziato i termini della relazione tra sessualità e potere (La volontà di sapere. Storia della sessualità 1, prima ed. italiana 1978)1. Lo studio di Balestracci, già dalla cronologia, costituisce così un’importante novità: secondo la storica Laura Schettini, esso è «forse il primo libro che offre al pubblico italiano una ricostruzione a tutto tondo della storia della sessualità in Italia dal secondo dopoguerra ad oggi»2.
Anche se l’autrice evita di stabilire scansioni temporali precise, dal testo è possibile ricavare quattro nuclei cronologici che delineano altrettante “ere della sessualità”. Muovendo dalla stagione 1945-1968, si nota globalmente una decisa restaurazione della morale sessuale tradizionale (riassumibile negli aggettivi “eterosessuale”, “patriarcale” e “cattolica”), ma si rilevano già alcuni significativi tentativi di liberazione sessuale, che passano dall’abolizione della prostituzione legale alle proposte di legge sul divorzio, dall’equiparazione giuridica della potestà genitoriale materna e paterna alla più semplice ma capillare diffusione del pop musicale e di una «cultura televisiva del sexy» basata sulla costante rappresentazione in chiave erotica del corpo femminile. L’evidente doppio volto del ventennio appena analizzato apre così la strada a quel fenomeno di alta carica sociale, culturale e politica rappresentato dal Sessantotto, che troppo a lungo è stato indebitamente decontestualizzato e studiato come fenomeno a sé stante, avente radici e giustificazioni solo in se stesso e non nel periodo che lo ha preceduto. Certo è che con il Sessantotto si apre una stagione di riforme e di movimenti per la liberazione sessuale che non ha precedenti. La corposa presenza demografica delle generazioni giovanili e di sesso femminile – lascito dell’alta mortalità maschile ed adulta del secondo conflitto mondiale – riesce ad influenzare significativamente una nazione che politicamente, giuridicamente e religiosamente è ancora assestata su posizioni conservatrici. I fenomeni più evidenti riguardano lo sdoganamento della sessualità extramatrimoniale, il ricorso massiccio e libero ai metodi contraccettivi, nonché una quantità di iniziative editoriali e pubblicitarie più o meno impegnate che parlano espressamente e senza censura di sessualità e sesso. Viene, di fatto, liberata quella «cultura del sexy» che la televisione aveva proposto sin dalla sua nascita, ma che era parsa ai più moralmente non approcciabile. Il procedimento di liberazione sessuale sessantottino riguarda, però, la formazione del maschio eterosessuale: il consolidamento di altre e nuove culture sessuali – tra tutte l’omosessualità e un femminismo più organizzato – è proprio di una successiva stagione che investe la fine degli anni Settanta e si distende sino all’ultimo decennio del secolo. L’autrice, infine, delinea alcune prospettive dell’era del nuovo millennio, evidenziando principalmente la questione dell’immaterialità del sesso offerta dall’accesso libero a portali di pornografia online e dalla diffusione di materiale sessuale mediante applicazioni di messaggistica e social network. La delicatezza di questa nuova frontiera del sesso è stata riconosciuta nel 2019, con la persecuzione giuridica del revenge porn, inteso come diffusione non consensuale di materiale sessuale privato.
Il viaggio nella sessualità degli italiani è effettuato ricorrendo ad un ampio ventaglio di fonti. Ogni nucleo tematico del libro viene dapprima inquadrato attraverso i dati propri della storia tradizionale, ovvero con precisi riferimenti alle normative vigenti accompagnati dall’illustrazione delle principali personalità ed ideologie che animano il dibattito politico nazionale, nonché dalla messa in luce del contrasto religioso che si consuma tra l’ostentato tradizionalismo della Santa Sede e la continua ricerca di rinnovamento di una parte minoritaria del basso clero. Tale quadro, che condurrebbe a una rappresentazione storica dello Stato legale e non reale, è integrato con le fonti della nouvelle histoire: dati demografici, economici e culturali. La cultura, in particolare, è la sfera che permette di confermare, negare o contestualizzare al meglio gli stereotipi che intorno alla sessualità sono offerti dalle cosiddette fonti ufficiali. Le fonti culturali vagliate da Balestracci sostanziano, peraltro, l’idea che quello di cultura non è un concetto monolitico e stabilito una volta per tutte. Esistono contemporaneamente una cultura erudita, una cultura popolare, una cultura specifica delle minoranze sessuali e, soprattutto, una cultura mediatica. Ciascuna di queste culture ha un suo modo di recepire ed affrontare la sessualità e, di conseguenza, di influenzare i costumi sessuali del Paese. I media (dapprima la radio e la stampa periodica, poi il cinema e vorticosamente la televisione insieme ad un grande apparato pubblicitario) sono di fondamentale importanza: da un lato hanno portato a plasmare le culture sessuali degli italiani volgendole in un’unica direzione, dall’altro permettono allo storico di fare importanti valutazioni basate sugli indici di gradimento della popolazione rispetto a una determinata offerta mediatica. Si segnala anche che il saggio, oltre a presentare la compenetrazione di diversi tipi di fonti, contestualizza costantemente il dibattito sessuale italiano in quello internazionale, evidenziando sia forti interconnessioni tra quanto succede nel nostro Paese e quanto accade all’estero sia forti discrepanze e, dunque, forti originalità italiane. L’autrice, in particolare, rileva il tendenziale tentativo italiano di rincorrere – anche se in maniera del tutto moderata – le novità proposte dal dibattito sessuale straniero esemplificato, per quanto riguarda la cultura occidentale, dagli Stati Uniti.
Nel penultimo capitolo del saggio la narrazione viene messa per così dire in stand by: l’autrice si sofferma sulla messa a fuoco pionieristica delle principali evoluzioni dei sistemi di educazione sessuale. Nella seconda metà degli anni Ottanta l’epidemia di AIDS, in particolare, ha evidenziato la necessità sociale di un’educazione sessuale pubblica, mediata da figure professionali, basata su dati scientifici e chiari e distinta per fasce d’età. Lo studio dei meccanismi di educazione sessuale potrebbe sicuramente rappresentare una nuova frontiera degli studi storici dedicati al tema della sessualità.
Serena Bonetti
[1] Si veda, tra tutti, Storia del pudore. La questione sessuale in Italia (1860-1940), studio pionieristico di Bruno P. F. Wanrooij edito da Marsilio nel 1990, largamente ripreso da Alberto Mario Banti in Sublime madre nostra. La Nazione italiana dal Risorgimento al fascismo, Laterza, 2011.
[2] Laura Schettini, Fiammetta Balestracci, La sessualità degli italiani. Politiche, consumi e culture dal 1945 ad oggi, «Giornale di Storia», 28 febbraio 2020, https://www.giornaledistoria.net/rubriche/recensioni/fiammetta-balestracci-la-sessualita-degli-italiani-politiche-consumi-e-culture-dal-1945-ad-oggi-carocci-2020/ (ultima consultazione: 18 aprile 2021).