Mauro Ghirimoldi, Il culto solare in età tardoantica, tesi di laurea triennale in Scienze Storiche, relatrice prof.ssa Laura Mecella, Dipartimento di Studi Storici, Università degli Studi di Milano, a. a. 2019/2020.
L’elaborato si prefigge di dare risposta ad alcune domande inerenti il culto solare a partire dall’epoca di Aureliano, ovvero: come può essere qualificato Sol Invictus? Quali rapporti aveva questa divinità col potere imperiale? E ancora, che prove abbiamo che l’odierna festa del Natale fosse in origine, come spesso si pensa, una sua celebrazione?
Per rispondere a queste domande, ci si è avvalsi anzitutto di fonti letterarie di IV e V secolo, come l’Historia Augusta, Aurelio Vittore, Eutropio e soprattutto Zosimo. Al tempo stesso, un grande aiuto è giunto dalle epigrafi e dalla numismatica, soprattutto per quanto riguarda Costantino e Giuliano.
Riguardo al primo quesito, si sono cercate correlazioni con l’antico Sol Indiges italico, con El Gabal, il dio-sole di Emesa, e con le divinità solarizzate palmirene. Nessuno di questi sembra però aver avuto una grande parte nel processo di creazione del culto, a differenza di quanto sostenuto da alcune fonti e da vecchi studi (ancora oggi spesso ritenuti validi), per i quali ogni dio-sole equivaleva ad un altro. Si è notato invece come Sol Invictus sia un epiteto di Mitra sin dalle origini dei suoi misteri: esso trae origine dal fatto che il dio viene omaggiato dal Sole che ne riconosce l’invincibilità, in quanto è colui che muove il firmamento e le ere del cosmo. Dunque Aureliano, la cui appartenenza al mitraismo è molto probabile, avrebbe voluto dare al suo dio un “volto pubblico”, assimilandolo al Sole tradizionale per non inficiare la segretezza dei misteri stessi.
Per la seconda domanda, ovvero quale legame ci sia tra questo dio e il potere imperiale, si è partiti da un emblematico frammento dell’Anonymus post Dionem, nel quale l’imperatore afferma che il potere viene dalla divinità, e non dall’esercito: non più quindi principe eletto dal senato o generale porporato dai soldati, ma uomo scelto come sovrano dagli dèi stessi. Sol Invictus divenne quindi la fonte di legittimazione del potere temporale, una concezione che ripresero anche i successori di Aureliano.
Infine, per rispondere alla terza domanda, ovvero se esistono correlazioni tra il Natale solare e quello cristiano, si è voluto prima analizzare il periodo festivo dell’odierno Natale in epoca romana (i cosiddetti Brumalia), e in secondo luogo le concezioni cristiane legate ad Annunciazione e Natività. Quello che ne è risultato, è che il 25 dicembre era visto come nascita del sole per il fatto che, con la creazione del calendario giuliano, si stabilirono delle date fisse per solstizi ed equinozi, e il solstizio d’inverno venne collocato appunto in quella data. Dunque, Aureliano avrebbe (seguendo l’uso mitraico) fondato il tempio di Sol Invictus proprio in concomitanza di quella data. Di contro, nessuna festa romana precedente aveva luogo in quel frangente, e la stessa nascita di Cristo iniziò a essere festeggiata quasi un secolo più tardi, fondandosi in realtà su speculazioni teologiche indipendenti dal paganesimo. Una sovrapposizione dei due eventi si ebbe solo a partire dalla fine del IV secolo, e senza un preciso intento politico, come spesso invece si crede.