Tommaso Cerutti, Ordinamento sindacale e diritto di sciopero in Costituzione. Il progetto di legge Marazza del 1951, tesi di laurea magistrale in Scienze Storiche, relatrice prof.ssa Michela Minesso, correlatore prof. Massimiliano Paniga, Dipartimento di Studi Storici, Università degli studi di Milano, a. a. 2020/2021
La tesi analizza il processo di elaborazione del progetto di “legge sindacale” portato avanti da Achille Marazza in veste di ministro del Lavoro nel corso del VI governo De Gasperi (gennaio 1950 – luglio 1951), che avrebbe dovuto tradurre in pratica gli articoli 39 e 40 della Costituzione, riguardanti il primo la libertà sindacale e la formazione delle rappresentanze unitarie per la stipulazione dei contratti collettivi di categoria con validità erga omnes e il secondo il diritto di sciopero.
La vicenda biografica di Marazza, nato e cresciuto a Borgomanero, fu indissolubilmente legata alla città di Milano, da dove proveniva la sua famiglia e dove praticò per anni la professione di avvocato nello studio in via Cusani 4. Già esponente del Partito Popolare, egli fu una figura di primo piano del movimento resistenziale quale rappresentante della Democrazia Cristiana in seno al CLNAI. Svolse quasi interrottamente funzioni di governo in qualità di sottosegretario e ministro dall’entrata in carica del governo Parri nel giugno del 1945 alla caduta del VI esecutivo De Gasperi, per poi essere nominato presidente della I Commissione permanente alla Camera sul finire della prima legislatura.
La ricerca, in particolare, mette in evidenza le peculiarità del progetto Marazza rispetto agli altri due disegni di legge governativi in materia elaborati dai ministri Fanfani e Rubinacci nel corso della prima legislatura, a cospetto dei quali esso è stato spesso messo in secondo piano. In questo modo si è cercato di avanzare un’interpretazione alternativa a quella consolidatasi in ambito storiografico, che vedeva nei tre progetti un tentativo di reintrodurre elementi dell’ideologia corporativa cattolica nel nuovo regime democratico. Al contrario, soprattutto il progetto di legge Marazza, bollato dai contemporanei come “legge antisciopero”, guardava alla contrattazione collettiva come strumento principale attraverso cui risolvere le controversie lavorative, preferendo momenti di confronto democratico, previsti dagli istituti della conciliazione e dell’arbitrato. Il testo privilegiava una visione economicistica del sindacato come momento di difesa dei diritti dei lavoratori piuttosto che di partecipazione alla formazione dell’indirizzo politico, cui si univa il tentativo di democratizzazione delle sue strutture interne.
La vicenda del progetto di legge Marazza è stata analizzata guardando agli scenari della Guerra fredda e ai loro riflessi sulla politica interna italiana, segnatamente al tornante della Guerra di Corea, cercando altresì di tracciare un parallelo con i sistemi sindacali anglosassoni. Contemporaneamente la tesi sottolinea le ragioni che portarono la CISL, fondata nella primavera del 1950, ad opporsi ai tentativi del governo di dare sistemazione al settore, presentando una propria proposta di legge il 14 febbraio del 1951 che prevedeva uno specifico meccanismo in grado di aggirare l’applicazione dei due articoli costituzionali. Solo nel 1959 il Parlamento riuscirà ad approvare un provvedimento in materia sindacale, la cosiddetta “legge Vigorelli”, peraltro poi dichiarata incostituzionale.
La ricerca è stata condotta a partire dalla documentazione presente nell’archivio personale di Achille Marazza, conservate presso l’omonima Fondazione di Borgomanero, cui si sono aggiunte quelle del Ministero del Lavoro, recuperate all’Archivio Centrale dello Stato e quelle dell’archivio personale di Amintore Fanfani, depositate presso l’Archivio Storico del Senato della Repubblica. A completare il quadro le carte della Presidenza del Consiglio, anch’esse conservate presso l’Archivio Centrale dello Stato, e quelle della Segreteria Confederale CISL, depositate alla Fondazione Giulio Pastore a Roma.