Solo due parole, artisti e CAA, compongono il nome del progetto editoriale presentato 10 maggio di 2024 dalla dottoressa in Scienze dei Beni Culturali Teresa Righetti, nel contesto del corso di storia della stampa e dell’editoria della professoressa Marazzi. Se il primo termine è di ovvia comprensione, l’acronimo CAA può non esserlo per tutti. Si tratta di comunicazione aumentativa alternativa, ovvero l’insieme dei sistemi di comunicazione che permettono di aumentare la capacità comunicativa nei confronti, o da parte, di chi soffre di una disabilità, che sia di tipo temporaneo o permanente, cognitiva o acquisita. La CAA viene poi utilizzata anche per insegnare agli stranieri o ai bambini più piccoli la lingua italiana, come la si è usata anche per comunicare con i pazienti più gravi affetti da Covid-19 e impossibilitati a parlare a causa degli apparecchi per la respirazione artificiale.
La tecnica fu sviluppata in Canada negli anni Settanta del Novecento da un gruppo eterogeneo di studiosi, genitori e educatori che tentavano di risolvere i loro problemi di comunicazione con i propri allievi e figli. In Italia giunse soltanto nel 2002, ma nel frattempo nel mercato editoriale estero la CAA diede vita ai libri accessibili, una vasta e varia categoria di pubblicazioni con caratteristiche tipografiche diverse, che forniscono un’alternativa utile a mitigare difficoltà di comunicazione e di apprendimento.
Dai silent book, in cui una vicenda è raccontata solo con l’uso delle immagini senza il testo, passando per le pubblicazioni in Braille e in LIS, sino ai libri in simboli, solo ora questa tipologia di libri comincia ad affacciarsi, faticosamente, sul mercato editoriale italiano. Proprio l’ultima categoria di libri accessibili, quelli in simboli, è stata oggetto di approfondimento della tesi della dottoressa Righetti. La scrittura in simboli consiste nell’affiancare alla parola un simbolo grafico che la rappresenta. Non esiste a oggi un unico modo per redigere testi in CAA: alcune scelte possono variare a seconda dello stile adottato dall’editore; le modifiche possono essere molte, come la scelta del colore, delle dimensioni, di come affiancare la parola alle immagini. L’assenza di uno standard deriva anche dal fatto che questo linguaggio ha avuto origine da un’esigenza pratica comunicativa, che ha subito un’evoluzione, partendo dalla scheda singola, attraverso il libro creato dall’autodidatta, per arrivare a progetti editoriali. L’ultimo passaggio è avvenuto attraverso le biblioteche. Come comune luogo di ritrovo e scambio di conoscenza, le biblioteche hanno saputo dimostrare che esisteva un’esigenza di pubblicare questa tipologia di libri. A Milano, infatti, alcune biblioteche hanno iniziato prima un processo di traduzione in simboli di testi già noti e una poi rielaborazione, basando i libri in simboli su una sinossi del testo di partenza per motivi di lunghezza.
Al di là delle iniziative legate al circuito bibliotecario, le case editrici che pubblicano questa tipologia di testi sono in numero esiguo. Per questo, a seguito della tesi, la dottoressa Righetti ha dato vita a due progetti, quello di rendere la biblioteca civica del proprio comune accessibile a chi usufruisce del linguaggio CAA e, appunto, il progetto ArtistiCAA. La fruibilità delle biblioteche è essenziale per tutta la cittadinanza, a maggior ragione per chi necessita di materiali in un linguaggio specifico. In tal senso l’azione della dottoressa è stata quella di orientare gli utenti della biblioteca all’interno della struttura tramite la creazione di cartelli in linguaggio CAA, per poter consentire loro di usufruire dei servizi essenziali al cittadino e di raggiungere più facilmente le collezioni di libri realizzati con la comunicazione aumentativa alternativa. Fra queste, si annovera proprio la collana a cui Teresa Righetti ha dato vita con il suo progetto, l’unica del mercato editoriale italiano a rivolgersi a lettori che necessitano di CAA che si trovino nella fascia d’età adolescenziale e adulta – infatti, i volumi progettati sinora si rivolgono per lo più all’infanzia. Per la casa editrice Edizioni La Meridiana, la dott. Righetti ha infatti pubblicato le biografie di due artisti, accompagnate da una trattazione delle loro opere e delle tecniche artistiche impiegate. Si tratta di Van Gogh pittore malinconico e Frida Kahlo pittrice coraggiosa, volumi dei quali la relatrice ha illustrato gli aspetti. Oltre a presentare i dettagli tecnici di progettazione dei testi in simboli tramite appositi software, Righetti si è soffermata sull’importanza dell’immagine accanto al testo, capace di accompagnare il lettore nella comprensione dell’opera che gli si sta spiegando. Non trascurabili sono gli indici, sempre redatti in simboli, e gli approfondimenti sui particolari dei dipinti, con cui l’autrice dimostra la messa in pratica delle conoscenze e del metodo acquisito durante i suoi studi universitari in storia dell’arte. Il vero e ultimo senso delle pubblicazioni, tuttavia, non risiede nella sola accessibilità di questi contenuti alle persone che necessitano di comunicazione alternativa, ma nel fornire tramite questi un’idea di agentività ulteriore. A questo scopo sono pensati gli esercizi di creatività inclusi nei libri, volti a stimolare la capacità e la fantasia del lettore, come lo sono anche le alternative: esercizi, sempre proposti nei volumi, che si possono svolgere in modi differenti in base alle abilità dei lettori.
La dottoressa Righetti presentando il contenuto del proprio lavoro di tesi e il progetto ArtistiCAA in università, luogo per eccellenza di dibattito, inclusione e apertura di nuove prospettive, è stata in grado di dimostrare come esistano problemi sociali silenti o inascoltati e quanto assai spesso la società possa essere sorda se non vi sono persone che ne dimostrano l’esistenza e propongono concrete soluzioni. La relatrice ha saputo far comprendere a tutti i presenti che l’inclusività deve essere intrinseca alla società e ha mostrato una strada tra le tante da percorrere per raggiungere tale obbiettivo.
Flavio Luigi Fortese